Flauto-olio e carbone su carta. |
Il dolore è tanto forte da consumare la povera Eco. Di lei non rimane più nulla se non la dura pietra e il miracolo della voce che rimbalza tra le nuvole.
La ninfa diviene suono, quello più antico, quello che per molte culture è la vera origine del mondo.
E cosa resta, allora, della voce e della musica, quando il brillar di legni ed ottoni cessano la loro danza?
Il mondo sonoro è difficile da ricordare, è qualcosa di molto simile al gusto. Lo si può fare solo attraverso l’evocazione.
Così nasce l’orchestra di Eco, un omaggio al suono puro e alle sue forme. La musica, che mai si lascia afferrare, attraversa le sue ancelle, non si lascia imbrigliare dall’allegoria inanimata dello strumento, semplicemente soffia tra le mani.
E’ un piccolo tributo all’invisibilità della musica che non si lascia ricordare ma che da sempre ripete come un mantra, tutta la poesia della sua Eco.
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